PASSIONISTI | Parrocchia Sante Rufina e Seconda - Chiesa di S. Gemma Galgani

I Santi Cinquanta Soldati Martiri di Porto sono ricordati dal Martirologio Romano il giorno 8 luglio. Il loro martirio avvenne al Porto di Roma, al tempo dell’Imperatore Aureliano, nell’anno 274. Questi soldati, come raccontano gli antichi manoscritti, avevano ricevuto l’incarico di uccidere la vergine Santa Bonosa ma furono da questa convertiti e successivamente battezzati da San Felice I Papa, il quale a sua volta li confortò nelle prove del martirio.

E’ nientemeno che San Giovanni Bosco, nella sua opera “Il Pontificato di San Felice I e di Sant’Eutichiano Papi e Martiri”, scritta dopo aver consultato le fonti agiografiche, a narrare con toni vivaci il martirio dei Santi Cinquanta Soldati di Porto:

“Il Governatore riputandosi oltraggiato da quel discorso comandò che la santa Vergine fosse battuta cogli schiaffi. Fu pertanto consegnata agli sgherri affinchè a parte la conducessero e la percuotessero. Ma quanto mai sono deboli gli sforzi degli uomini allora che sono contrari ai voleri del cielo!

Già alzavano le robuste braccia per cominciare le percosse quando sentonsi sorpresi da tali dolori nelle braccia che niuno potè cagionare alla Santa il minimo male. Mentre quei soldati confusi stavansi l’uno l’altro guardando la santa Martire, questa loro disse: “Potete voi negare la virtù del mio Signore Gesù Cristo? Perchè non credete in Lui, o infelici? Egli v’invita alla sua grazia; vi illumina colla luce della verità e vi fa conoscere la sua infinita potenza colla forza dei miracoli”. A queste parole eglino risposero: “Sì, noi crediamo in quel Dio che tu predichi, non è più possibile di opporci a’ suoi voleri, dicci solamente quanto dobbiamo fare”.

Quei soldati erano in numero di cinquanta. Bonosa si pose tosto ad instruirli nei principali misteri della fede, e intanto inviò uno a dire al Pontefice che venisse a battezzare quelle anime convertite al Signore. Felice vi si recò prontamente e ravvisandoli abbastanza istrutti nella fede amministrò loro il santo Battesimo, quindi la Confermazione. Fattili così perfetti cristiani prese ad incoraggiarli ad essere per l’avvenire non solamente soldati dell’Imperatore, ma eziandio soldati di Gesù Cristo.

Ognuno può immaginarsi lo sdegno del Governatore quando seppe che i suoi soldati invece di uccidere Bonosa avevano abbracciato il Vangelo e professavansi coraggiosamente cristiani. Li fece tosto condurre tutti alla sua presenza, indi voltosi con piglio severo a Bonosa disse: “Io pensava che tu avessi un po’ di senno, ma mi accorgo che la mia indulgenza ti rende arrogante usando insino le arti magiche per indurre i miei soldati ad abbandonare il culto degli Dei”.

Bonosa temendo che un discorso moderato potesse mettere in pericolo i novelli convertiti disse risolutamente al governatore: “Insensato e tiranno crudele! Non ti accorgi che i tuoi Dei sono demoni? Non hai mai udito quanto dice un santo profeta: tutti gli Dei delle nazioni sono demoni, soltanto il nostro è il vero Dio creatore del cielo e della terra?”.

Il Governatore non potendo più frenare la rabbia fece sospendere all’eculeo la santa Vergine. Mentre essa era sottoposta a spietati tormenti ordinò che i cinquanta soldati, che poco prima avevano ricevuto il Battesimo, fossero condotti a morte. Quei fedeli servi di Gesù Cristo deposero le loro armi, offersero le loro mani a chi li voleva legare e come agnelli mansueti vennero condotti fuori della città dove fu loro tagliata la testa il 9 di luglio nel 274. San Felice non li abbandonò neppure un istante, li assistè in mezzo ai tormenti facendo loro animo ad essere perseveranti sino all’ultimo respiro”.

Tratto da IL PONTIFICATO DI S. FELICE PRIMO E DI S. EUTICHIANO PAPI E MARTIRI PER CURA DEL SACERDOTE BOSCO GIOVANNI. TORINO, TIP. DELL’ORATORIO DI S. FRANC. DI SALES. 1862.

a cura di D. Roberto Leoni

Da: www.diocesiportosantarufina.it